Le donne e la Prima Guerra Mondiale. Tra Cadore Ampezzo e Carnia

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Articolo uscito sul Gazzettino di Belluno il giorno 30 gennaio 2015

L’ampia oramai letteratura di montagna dedicata al primo conflitto mondiale si arricchisce ancora una volta di un interessante libro di Antonella Fornari, apprezzata alpinista e scrittrice cadorina. La Fornari nel volume appena uscito per DBS Zanetti “Le donne e la Prima Guerra Mondiale. Tra Cadore Ampezzo e Carnia” ricostruisce alcune storie al femminile tra le Dolomiti, inseguendo le tracce sopravvissute nella memoria degli eredi, negli archivi privati, nei luoghi stessi del conflitto. Il risultato è un volume di oltre 130 pagine ed altrettante foto in cui rivivono i mondi e le vicende delle “donne di guerra”. Mamme, mogli, sorelle, vedove, bambine, alpiniste, donne soldato: le loro vite irripetibili, il mistero della vita e della morte, il coraggio di esserci nonostante tutto. Antonella Fornari narra tutto questo con la consueta passione, cercando di dar voce a queste donne. E la cosa che colpisce di più leggendo queste toccanti storie, è come la forza dell’amore di ciascuna protagonista vada oltre i confini territoriali, i colori delle divise, le decisioni, spesso folli, dei comandi militari, e riesca a superare i dolori più atroci. Lo sfondo di queste storie rimangono le montagne, il Cadore, la Carnia, un territorio aspro, duro, freddo che ha sicuramente reso più forte i loro cuori e le ha preparate ad affrontare vicende così tanto faticose e talvolta dolorose. La Fornari quindi con un linguaggio diretto ma allo stesso tempo poetico e fortemente emotivo, omaggia le donne di montagna e il loro coraggio, la loro dedizione quasi commovente verso il proprio uomo e verso la propria terra. La foto di una camicetta ritrovata in una baracca di guerra a duemila metri sulla Croda dell’Arghena, in Cadore sopra Misurina, portata in cima probabilmente da un ufficiale con devoto amore, apre il volume che racconta le storie del  soldato Viktoria Savs, dell’alpinista Luisa Fanton, delle ragazze di Venas, delle portatrici Carniche e poi popolane e borghesi di tante età. Straordinarie storie che si leggono intensamente ma che poi soffiano via come le loro difficili vite, come la brezza “leggera contro le finestre del cuore per poi spalancarle sui mondi remoti: i mondi e le piccole storie delle donne dei monti, delle donne della guerra”.