Impetus, in azione per il clima

Articolo uscito sulla rivista Nuova Verde Ambiente n. 4/5 2023

IMPETUS project (Horizon 2020) è stato lanciato nell’ottobre 2021 con un preciso obiettivo: trasformare gli impegni sul clima in azioni tangibili e urgenti per proteggere le comunità e il pianeta.

Infatti, questo importante progetto europeo, coinvolge ben 32 partner con sede in nove differenti paesi europei ed è uno dei quattro progetti finanziati dall’UE che si stanno coordinando fra loro sul complesso tema dell’adattamento climatico. IMPETUS intende dare un contributo tecnico ad accelerare la realizzazione della strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici e soddisfare le ambizioni dell’Unione europea di diventare il primo continente al mondo climaticamente neutro entro il 2050.

Proprio a giugno di quest’anno a Dublino si è tenuta la sesta conferenza europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici (ECCA 2023) che ha riunito esperti, professionisti e il mondo della politica, per discutere importanti strategie di resilienza climatica e condividere strumenti innovativi. In questo evento è stato prevista anche una sessione congiunta fra i responsabili dei vari progetti europei IMPETUS, REGILIENCE, ARSINOE, TransformAr, REACHOUT e Pathways2Resilience, che ha evidenziato come la conoscenza sui temi legati alla lotta ai cambiamenti climatici vada strategicamente condivisa al fine di raggiungere con successo gli obiettivi prefissati promuovendo, nel contempo, la co-creazione e le sinergie tra gli strumenti fin dalla fase di sviluppo.

In particolare, oggi IMPETUS è arrivato a metà strada del suo percorso con lo sviluppo di alcune attività che vedono nella Società veneziana di ingegneria Thetis un prezioso partner. Abbiamo pertanto chiesto ad Elisa Andreoli, dell’Area Ambiente e Territorio, di fare il punto sull’avanzamento di questo rilevante progetto europeo.

“Dopo 18 mesi di lavoro, IMPETUS è entrato nel vivo delle diverse attività di progetto, tutti i casi studio europei hanno individuato e stanno implementando azioni di adattamento specifiche per il proprio contesto geografico. L’avvio non è stato facile, un partenariato così ampio ha richiesto un’attività inziale di coordinamento e di conoscenza reciproca che ora, grazie soprattutto alle diverse riunioni organizzate, si è consolidata.”

Elisa mi spiega che i casi studio interessano sette bioregioni geografiche europee: quella costiera, artica, mediterranea, continentale, montana, atlantica e boreale. Per ciascuna di queste bioregioni vengono studiate delle azioni di adattamento specifiche che dipendono dal contesto in cui vengono realizzate e dai problemi riscontrati: allagamento, innalzamento del livello del mare, impatto sulla biodiversità, isole di calore in contesto urbano e via dicendo… Ogni bioregione ha chiaramente delle proprie specificità, ma sussistono anche elementi comuni.

Il ruolo dell’azienda italiana in questo progetto è stato articolato: “Thetis ha un ruolo molto trasversale – sottolinea Andreoli – collaboriamo su diverse attività di IMPETUS e stiamo mettendo a frutto l’esperienza maturata negli ultimi anni, relativamente all’adattamento al cambiamento climatico e alla collaborazione con diverse piattaforme ambientali on-line. In particolare, recentemente abbiamo contribuito a scrivere un Report che, partendo da una panoramica a livello globale ed europeo, identifica quello che è stato chiamato “super set flessibile” di indicatori di adattamento e vulnerabilità. L’idea è quella di partire da questi indicatori, comuni a diverse bioregioni climatiche europee, per poter fornire elementi utili alle analisi di adattamento e vulnerabilità ad ampia scala. All’interno del progetto inoltre, questo set di indicatori rappresenta la base di partenza da cui partire per identificare, in base alle problematiche sito specifiche, ulteriori indicatori per misurare l’efficacia delle azioni di adattamento locali che vengono sperimentate nei diversi casi studio.

Chiara Castellani, sempre dell’area Ambiente e Territorio, evidenzia inoltre come “si stanno concretizzando le relazioni con altri progetti “gemelli” (Arsinoe e TransformAr), ad esempio attraverso un confronto specifico sul tema degli indicatori di adattamento, tema che si è rivelato trasversale ed estremamente attuale. Sebbene infatti il monitoraggio e la valutazione dei progressi verso gli obiettivi di resilienza siano fondamentali per la gestione della crisi climatica, mancano ancora approcci comuni e consolidati. Ne consegue che diviene difficile valutare nel lungo periodo la reale efficacia degli interventi e comparare diversi percorsi di adattamento”.

Il progetto IMPETUS e la sua capacità di coordinarsi con gli altri progetti “gemelli” europei, potrà rafforzare il nostro impegno a favore del clima, a trovare efficaci risposte di adattamento all’innalzamento del livello del mare e alle trasformazioni costiere, preparandoci così ad affrontare con l’arma della resilienza climatica i sempre più numerosi eventi meteorologici estremi.

Giannandrea Mencini