Una storia ritrovata di Daniela Metteo

una storia ritrovata

Recensione uscita su recensionilibri.org il 17 settembre 2014

Così Daniela Metteo presenta il suo lavoro Una storia ritrovata.edito per Le Chateau Edizioni di Aosta, dove l’autrice, partendo dal ritrovo di un diario del nonno, ricostruisce la vita di Felice Metteo attraversando un’epoca importante della storia del nostro Paese. Un libro che è certo una testimonianza biografica, ma che rappresenta nel contempo anche una grande riflessione sulla storia dell’Italia che è anche la storia di Felice Metteo. Leggendo il libro si viene favorevolmente colpiti dall’intreccio fra le vicende umane e personali del protagonista con quelle più generali di un’epoca ricca di contraddizioni, di grande attese e di grandi delusioni. La vita di Metteo attraversa pertanto situazioni e accadimenti che abbiamo studiato nei libri di scuola e che ci hanno fatto conoscere un’epoca per noi “periodizzante”. In questo particolare contesto si percepisce anche l’intenzione dell’autrice di scoprire le proprie radici e, forse, di conoscere alcune specifiche situazioni familiari. La vita di Felice Metteo si incrocia con le grandi questioni otto-novecentesche dell’Italia, e le stesse vengono raccontate in modo originale e soprattutto emotivo da chi ha vissuto in prima persona queste vicende. L’emigrazione, la scuola, il lavoro, le due guerre mondiali, la famiglia, la politica, le ideologie, le epidemie, la Cassa del Mezzogiorno, la nascita della Repubblica… sono solo alcuni degli argomenti “attraversati” dalla vita del protagonista. “Argomenti” che in qualche modo nella narrazione del libro diventano “Avvenimenti” proprio a causa del contesto storico in cui si sviluppano, e che pertanto acquistano una valenza del tutto diversa ai nostri occhi. La critica Ecco, direi che Una storia ritrovata è, appunto, un bel libro di storia che ci permette di conoscere con angolazioni diverse alcune vicende del secolo passato. Devo altresì dire che non sempre il libro riesce a mantenere costante il coinvolgimento del lettore sulle vicissitudini di Felice Metteo, ma raccontare un “diario”, si sa, non è mai semplice. Va comunque detto che Daniela Metteo lo fa con grande attenzione, con una scrittura molto scorrevole e leggibile, con una narrazione ordinata e talvolta partecipata anche sentimentalmente, aspetto che a mio avviso arricchisce ancor più il volume. Sono proprio le microstorie più interiori – penso ad esempio a quelle relative alla scuola e all’apprendimento personale di Felice o quelle relative alla famiglia – che, in considerazione del periodo storico di contorno, regalano al volume una sua specificità che lo rendono sicuramente  originale nell’attuale produzione letteraria.