Venezia e la crisi climatica. La sostenibilità per Giupponi

Articolo uscito sul Gazzettino il 19 novembre 2022

Recentemente nel mese di ottobre, presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista di Venezia, nell’ambito della “Sea level rise conference 2022”, diversi docenti universitari e studiosi internazionali si sono confrontati sul tema dell’innalzamento del mare e sulle conseguenze che questo fenomeno avrà sulla città lagunare e il suo ecosistema. Il convegno ha, di fatto, aperto il dibattito sul futuro di Venezia e della sua laguna a fronte dei cambiamenti climatici in atto, nella consapevolezza che bisognerà incominciare già da ora a discutere della delicata questione del “dopo-Mose”. Su questo importante tema, esce in questi giorni per la Rizzoli, il libro di Carlo Giupponi “Venezia e i cambiamenti climatici”, prefazione di Luca Mercalli, attraverso il quale lo studioso veneziano di economia ambientale, cerca di dare alcune risposte sul futuro che attende la città Patrimonio dell’umanità. Nella prefazione del volume, Mercalli mette subito in evidenza come “l’aumento del livello del mare dovuto all’epocale cambiamento climatico innescato dalle attività umane, aggiunge una nuova variabile in grado di mutare totalmente la traiettoria dei futuri veneziani come non è mai accaduto dalla fondazione della città”. Giupponi, da attento studioso dei fenomeni veneziani e pertanto consapevole della complessità dell’argomento affrontato, riesce ad individuare una serie di scenari futuri possibili per la città lagunare, scenari ragionevoli, sia chiaro, a fronte di un pericolo che non può più essere sottovalutato. Il libro, lo spiega bene nell’introduzione l’autore, affronta la questione veneziana con una visione aperta e strutturale, considerando quindi Venezia e la sua laguna, come un sistema complesso a livello locale, ma pure interconnesso a livello globale. In questa ottica, il saggio si sviluppa intrecciando opportunamente il fondamentale tema climatico con altri problemi, direi di “sostenibilità sociale”, quali ad esempio gli effetti sulla città della pandemia Covid-19 oppure del turismo di massa tornato ormai ai massimi livelli. Con una scrittura semplice e talvolta anche con l’ausilio di schemi e precise citazioni, Giupponi nelle diverse parti del libro, confronta Venezia e la sua storia attuale, con altri casi di città simili nonché analizza la questione della sua salvaguardia con una chiave di lettura ampia basata sulla disciplina dell’analisi dei sistemi e sul concetto di socio-ecosistema. Questi approfondimenti permettono a Giupponi di valutare con maggiore sicurezza gli scenari locali, alla luce dei grandi mutamenti in atto legati al risaldamento globale e all’aumento del livello del mare, senza però dimenticare le ricadute che questi fenomeni potrebbero avere sul tessuto socio-culturale della città.

Così nella parte finale del volume, si arriva ad esaminare alcune strategie per la sostenibilità di Venezia, analizzando varie soluzioni proposte o proponibili, dai progetti di sollevamento della città e la creazione di una rete fognaria, al ripristino dell’apporto in laguna di sedimenti e di acqua dolce da parte dei fiumi, fino all’ipotesi estrema di separare la stessa laguna dal mare attraverso la chiusura delle tre bocche di porto. Scelte al vaglio degli studiosi, che l’autore riporta nel testo sottolineando tuttavia un aspetto determinante, ovvero che tutte le ipotesi dovranno essere coordinate e articolate fra loro per contribuire a un futuro equilibrato non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico e sociale in quanto, per salvare Venezia, sarà necessario intervenire contemporaneamente su queste diverse dimensioni.

Giannandrea Mencini