Sulle ferrate dolomitiche con Antonella Fornari

Articolo uscito il 14 giugno 2020 sul Gazzettino ed. Belluno

Antonella Fornari, alpinista e scrittrice bellunese, ci ha regalato in questi anni diversi libri dedicati alle sue amate Dolomiti.  Grazie alla sua delicata scrittura, abbiamo conosciuto piccoli e grandi eroi del Fronte Dolomitico nella prima guerra mondiale, le vicende delle “donne in guerra” e delle portatrici cadorine e carniche, l’anima dei poeti e degli scrittori che nel primo conflitto mondiale legarono il proprio nome e talvolta la propria vita alle montagne e, ancora, suggestivi sentieri descritti nelle sue numerose guide storiche e naturalistiche.

È forse per rasserenarci un po’ dopo tante settimane di quarantena, che la scrittrice ci regala in questi giorni, per la DBS edizioni, il suo nuovo atteso volume “Le voci antiche delle vie ferrate. Dalle Dolomiti al Vajont le più belle vie ferrate della storia”.  È noto che la pubblicistica di settore è ricca di guide che descrivono in modo dettagliato le tante panoramiche e spesso impegnative vie ferrate delle Dolomiti, ma il nuovo libro della Fornari è diverso, piacevolmente diverso. Difficile annoverare questo interessante libro, ricco di spunti storici e di belle fotografie, nel classico settore pubblicistico delle guide di alpinismo o escursionismo.

Questa nuova fatica dell’alpinista cadorina, dalle Tre Cime di Lavaredo al Vajont, dalle montagne patrimonio Unesco a luoghi patrimonio di ricordi, dalla storia di vecchie guide alpine e cacciatori, alla Grande Guerra e alle moderne vie, ci racconta le ferrate attraverso un unico filo conduttore: la memoria. Ecco quindi che la classica descrizione dell’itinerario, il segnavia, le difficoltà, il dislivello e il tempo di percorrenza, passa in secondo piano rispetto alle antiche storie di uomini, luoghi, paesi e cime straordinarie, narrate dall’autrice attraverso una scrittura lineare, poetica e spesso commovente.

Antonella Fornari, descrivendo le diverse e bellissime ferrate delle dolomiti bellunesi e friulane, ci rende consapevoli che mentre ci arrampichiamo su questi sentieri arditi, “calpestiamo” pagine di vite vissute, spesso legate alla tragedia della prima guerra mondiale. Itinerari che restano nella nostra memoria non solo per la loro difficoltà o per la loro esposizione, ma soprattutto perché nascondono struggenti pagine di storia legate alla vita dei monti. Grazie alla Fornari, questa estate mentre percorreremo le “Scale del Minighel” nel gruppo del Fanis, il “Castelletto di Tofana”, la ferrata Fusetti sul Sass de Stria presso il Passo Falzarego, la ferrata Innerkofler – De Luca sul Monte Paterno oppure la ferrata D’Ambros sulla Cresta della Pitturina in Comelico, ci ricorderemo che “andar per monti” è “essere” e non “apparire”.

Giannandrea Mencini

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