I passi nel bosco…

Ho letto questo libro che non conoscevo di Sandro Campani “I passi nel bosco” (Einaudi) incuriosito da una bella recensione apparsa su Altitudini.it

La storia è interessante pure alcune descrizioni naturali legate alla vita del bosco ma ho fatto fatica a finirlo trovando la modalità di scrittura un po’ troppo contorta e poco armoniosa. Devo ammettere che spesso, fra i vari personaggi, mi sono perso non trovando sempre una linea di lettura.

Succede… senza nulla togliere all’autore che mi risulta essere molto apprezzato. Più probabile una mia personale difficoltà a capirlo.

Pertanto, per correttezza, riporto qui la recensione citata che mi aveva “attirato”.

Dal sito di Einaudi:

… Sono i giorni del taglio del bosco, un’occasione che riunisce gli abitanti di una piccola comunità dell’Appennino tosco-emiliano. Ognuno viene a dare una mano, curiosando o bevendo qualche bicchiere in compagnia. Ma non ci sono soltanto i boscaioli e le loro famiglie: le facce note e meno note sono tante. C’è la Betti, proprietaria dell’albergo diffuso, per cui quel taglio è simile a un dolore: il bosco apparteneva al suo Fausto, e da quando lui non c’è piú l’edera e i rovi hanno preso il sopravvento. C’è Francesco, il notaio, che sta cercando quel delinquente di suo figlio. Ricomparirà forse anche Luchino; qualcuno in pae-se sussurra che è tornato, sebbene ancora nessuno l’abbia visto. Del resto Luchino è fatto cosí: tempo fa se n’è andato là fuori, chissà per quali avventure, e adesso si fa vivo quando piú gli aggrada. Ciascuno dei personaggi pretende qualcosa da lui, ciascuno ha un rancore, un rimorso, una ferita, un conto da saldare, un affetto bisognoso di conferme. Tutti resteranno delusi. Perché da Luchino ognuno di loro ha provato a rubare – uno sguardo, una parola, un modo di stare al mondo -, ma nessuno è mai riuscito a diventare come lui. Anzi, chi lo imitava è finito in rovina. Sandro Campani ha un talento unico: dà voce al bosco, al vento che frusta gli alberi, al profumo della terra dopo la pioggia. E lo fa con una scrittura precisa e implacabile, come un colpo d’accetta.