I giorni veri: la lotta antifascista fra i paesi e le cime del Cadore

giorni veri

“I giorni veri” di Giovanna Zangrandi è un bel libro che ho letto con grande attenzione e che consiglio a tutti coloro che vogliono conoscere la storia delle resistenza partigiana antifascista nel Cadore. Un libro spesso crudo, dove le vicende drammatiche di quei giorni si mescolano al paesaggio e alla bellezza delle Dolomiti Cadorine. Una bellezza che quasi stona di fronte alla tristezza della guerra e alle orrende conseguenze dell’occupazione nazista in questi territori. Una resistenza che coinvolge le popolazioni di Cortina, Borca, San Vito di Cadore, Pieve, Domegge, Lozzo e Auronzo, nonché la cime come l’Antelao e le Marmarole, che diventarono con le loro forcelle teatro di duri combattimenti o rifugi per i partigiani. Leggendo il libro, per chi ama e conosce come il sottoscritto molto bene  queste zone, si scoprono e si leggono in modo diverso ambienti che oggi normalmente si incontrano in molte passeggiate estive e che in quel periodo furono caratterizzati da momenti drammatici che, di fatto, fecero la storia del nostro Paese.

Un libro forse non molto conosciuto ma che invito a leggere con grande attenzione.

Sinossi:

“Da insegnante di scienze naturali a staffetta partigiana nel giro di pochi giorni. La vita di Giovanna Zangrandi, pseudonimo di Alma Bevilacqua, cresciuta nel bolognese ma fuggita giovanissima tra le Dolomiti altoatesine, ha una svolta improvvisa l’8 settembre del ’43, quando i nazisti annettono le province di Bolzano e Trento al Terzo Reich. Colta dall’urgenza di partecipare in prima persona alla lotta di Liberazione, si unisce alla Brigata partigiana Calvi e diventa un tassello fondamentale nel trasporto di informazioni, armi e documenti falsi. Vive per quasi un anno nascosta nei boschi e tra le rocce, nelle cucine amiche e nei fienili. Quasi vent’anni dopo, rielabora le annotazioni e i ricordi dell’epoca in un diario. È una Resistenza vista nella sua dimensione quotidiana, dal basso e dal di dentro – tra spericolate discese con gli sci e lunghe corse in bicicletta – e da una prospettiva femminile, capace di raccontare donne coraggiose e forti, figure ancora oggi indimenticabili. Da una delle voci femminili più significative del Novecento.”

Giannandrea Mencini