Frattempi moderni

Articolo uscito sul Gazzettino il 16 luglio 2021

Che sarà della percezione e della memoria di un tempo che i giovani già oggi faticano a comprendere perché nati in un’era del tutto nuova? Che ne sarà quando gli attori del presente saranno nati da genitori a loro volta venuti alla luce nell’epoca dei dati? Chi custodirà quel passato facendo in modo che non venga perduto? È a partire da queste domande che Elisabetta Tiveron e Cristiano Dorigo, hanno creato l’antologia di racconti Frattempi moderni per il Margine Editore in questi giorni in libreria, nell’intento di indagare questo difficile argomento attraverso le riflessioni, le emozioni e i ricordi di autori e autrici di età diverse.

La tecnologie e le grandi recenti conquiste digitali permettono di archiviare quantità immense di informazioni in pochissimo spazio, sottolinea Elisabetta Tiveron, che si chiede se le generazioni che verranno saranno in grado di dare la giusta attenzione, il giusto valore, a questa immensa mole di dati e se avranno la capacità di distinguerne l’importanza e i meriti.

“Prima del ’98, scrive Cristiano Dorigo, io c’ero se c’era anche il mio corpo; o al limite, e come eccezione, se mi manifestavo attraverso la voce con il telefono; o attraverso la pagina di una lettera, o sul retro di una cartolina. C’erano l’atto della scrittura, la penna, le dita, il pensiero dietro, dentro, le mie parole. Questo ha condizionato il me adulto, cresciuto con quei modi di stare al mondo”. Oggi invece le cose sono cambiate, quello che siamo si mostra attraverso simboli, numeri, algoritmi. Siamo una immagine, un’idea, una identità digitale.

La convivenza fra questi due mondi, definiti nel libro sinteticamente “analogico” e “digitale”, viene approfondita e talvolta quasi “scandagliata” dai diversi autori con una prosa armoniosa, attenta ai dettagli e con una gestione molto personale del testo che lascia poco spazio alla retorica. Sono due mondi per i curatori del volume “destinati a convivere finché non si sarà esaurita l’ultima generazione nata e almeno in parte cresciuta nel primo. È un privilegio ma anche una responsabilità”.

I testi affrontano temi diversi, situazioni e problematiche attuali e talvolta insolite. A esser sincero, devo ammettere che in molti casi mi sono immedesimato con quanto scritto. Ovvero, con chi guarda con una certa nostalgia a momenti e modalità passate che non ci sono più e al significato che andrà assumendo la memoria oppure con chi affonda, nell’era della comunicazione digitale, sommerso dai messaggi, mail, chiamate e whotsapp.

Gli autori, in vario modo, offrono al lettore il loro pensiero su due mondi diversi ma che sono tuttavia collegati fra loro. Inoltre, grazie al loro importante contributo, rappresentano uno stimolo per tutti i lettori nel cercare di comprendere e superare le contraddizioni fra il mondo digitale, dove la multimedialità e interattività hanno modificato il modo di trasferire e assorbire le informazioni, e quello analogico, custode della tradizione e di una cultura più ricca di socialità.

I testi nel libro sono di: Antonella Cilento, Massimo Cirri, Michela Fregona, Sandro Frizziero, Lala Hu, Ginevra Lamberti, Fabio Magnasciutti, Francesco Maino, Eleonora Molisani, Giovanni Montanaro, Emanuele Pettener, Federica Sgaggio e Ade Zeno.

Giannandrea Mencini