Esce in questi giorni in libreria il volume “Lettere da Nordest”

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Articolo uscito sul Gazzettino ed. Belluno il giorno 29 settembre 2019

Esce in questi giorni in libreria e online per la casa editrice Helvetia il volume “Lettere da nordest” curato da Cristiano Dorigo ed Elisabetta Tiveron. Un libro ambizioso che intende, come scrivono i curatori nella bella introduzione, analizzare il Triveneto “tentando di attraversarne la complessità”. Si tratta infatti di un’area geografica molto articolata dal punto di vista morfologico, linguistico, storico e sociale: un territorio ricco di contraddizioni e di grandi potenzialità. Il nordest è contrasto e ricchezza di ambienti come nessun’altra area d’Italia. La spiaggia, i laghi, i fiumi, i torrenti, la pianura, la campagna, le paludi e, ancora, i boschi e la roccia delle Dolomiti. Senza scordare i patrimoni storici e artistici che rendono il nordest un tesoro inestimabile consegnato a noi da una complessa evoluzione naturale e da secoli di storia umana. Tuttavia lo sviluppo economico, spesso incontrollato e arrogante, fatto di aree industriali, artigianali, capannoni, zone residenziali, centri commerciali, ha deturpato l’ambiente e il paesaggio e non ha lasciato indenne nemmeno le nostre montagne che, mai come oggi, devono fare i conti con eventi meteo violenti e con la necessità di adattarsi a un cambiamento climatico già in atto. E i numerosi autori e autrici che hanno scritto per questo interessante libro, Ubah Cristina Ali Farah, Gianfranco Bettin, Francesca Boccaletto e Roberta Cadorin, Antonio G. Bortoluzzi, Alessandro Cinquegrani, Elisa Cozzarini, Fulvio Ervas, Angelo Floramo, Patrizia Laquidara, Luigi Nacci, Silvia Salvagnini, Giacomo Sartori, Tiziano Scarpa, Federica Sgaggio, Gian Mario Villalta, Stefano Zangrando, Francesco Jori, affrontano in modo personale, sospesi fra il passato, il presente e il futuro, le terre del nordest con particolare attenzione alle sue montagne così ferite. In particolare, la bellunese illustratrice Roberta Cadorin, regala immagini e disegni intensi e profondi che si armonizzano con il testo di Francesca Boccaletto impregnato di dolore per i drammatici danni della tempesta Vaia. O ancora lo scrittore alpagoto Antonio G. Bortoluzzi che affronta un aspetto accaduto alla montagna, o meglio, alla narrazione della montagna, “un’invenzione spettacolare” la chiama: la montagna come solitudine. Una solitudine che non riguarda aspetti sociali come lo spopolamento delle terre alte o la chiusura di scuole e servizi, bensì è qualcosa di più pervasivo, di come vediamo la montagna oggi e in sostanza “qual è la sua dimensione più attraente”. In realtà, Bortoluzzi partendo dai ritrovamenti rinvenuti in località Pian de la gnela a Pieve nel comune di Alpago di tredici sepolture femminili  datate VII-V secolo a.C. che fa pensare alla presenza di una fiorente comunità dedita alla pastorizia, alla lavorazione della lana e al commercio, inizia una lunga riflessione che supera una visione bucolica della montagna ricordando che è sempre stata due cose: comunità e lavoro. Ovvero animali, boschi, miniere, valichi, commerci: genti e bestie. Elisa Cozzarini infine, giornalista e scrittrice, ci ricorda invece la vera anima delle montagne, ovvero le acque dei suoi torrenti e fiumi, in questo caso il Tagliamento, spesso troppo sfruttate dall’uomo a scapito del loro minimo flusso vitale. Un libro quindi che esce dai luoghi comuni di una pubblicistica di settore che spesso ha affrontato il nordest in modo troppo superficiale e banale.

Giannandrea Mencini