AGOSTO 2010: IN CIMA AL PERALBA (SAPPADA)

Davvero interessante e ricca di soddisfazione la salita al Monte Peralba, la cima più alta di Sappada quota 2.693. Malgrado il tempo incerto, fra le nuvole che avvolgevano parzialmente la cima, siamo riusciti a vedere decine di cime in un panorama davvero straordinario fra i più belli che ho potuto vedere finora, potendo spaziare dalle Dolomiti cadorine a quelle carniche e austriache.

Alla cima si può salire attraverso il sentiero ovest che parte del rif. Sorgenti del Piave (situato alla fine della valle Sesis che può essere tranquillamente risalita in macchina prendendola da Cima Sappada seguire indicazioni) e sale lungo la cresta verso la Val Visdende, itinerario bello ma lungo ed esposto in parte. Oppure attraverso la via normale Giovanni Paolo II, in onore del papa che segui questa via il 20 Luglio 1988 quando, a piedi, salì sulla vetta del Peralba. Questa via è la più frequentata, bella, più breve con difficoltà contenute ma con un canalino attrezzato da superare non banalissimo, più difficile in discesa. Infine si sale direttamente attraverso la ferrata Sartor che si prende poco sopra il rifugio Calvi e visibile dal rifugio stesso. Noi siamo saliti per la via ferrata e scesi per  la normale Giovanni Paolo II.  Un giro che consiglio vivamente. 
Si attraversa in macchina la verde valle Sesis citata in precedenza e si parcheggia poco prima del rif. Sorgenti del Piave ove le indicazioni segnalano la mulattiera per il rif. Calvi. In circa un’ora si raggiunge il rifugio Calvi (alt. 2164 m) attraverso una comoda mulattiera in costante moderata salita. Il rifugio si trova in un luogo suggestivo fra il Peralba e  le pendici del Chiadenis. Dal Calvi si sale in direzione passo Sesis e poco prima del passo si taglia sulla sinistra seguendo le indicazioni per la  ferrata Sartor.  Presto si arriva a un primo pezzo di corda non difficile che porta all’inizio vero della ferrata indicato da una targa e dalla presenza di una breve scala metallica seguita da lunghi tratti attrezzati con funi d’acciaio. La ferrata che risale una parete in moderata pendenza non è difficile direi sostanzialmente facile con alcuni passaggi  di media difficoltà. Mai in forte esposizione. Attenti alla caduta sassi. Per raggiungere la croce della cima bisogna, a conclusione del sentiero attrezzato, arrampicarsi un po’ (I grado) lungo un tracciato un po’ faticoso. Panorama dalla cima mozzafiato. Ritorno attraverso la citata via normale (sentiero n. 131-132) che si prende ad est seguendo la cresta dopo la croce della cima (segnale rosso e omini di roccia). Discesa relativamente facile escluso un canalino attrezzato con corda un po’ ripido leggermente più difficile soprattutto in discesa come ricordavo prima.  Si raggiunge in discesa il passo Sesis e poco dopo il rifugio Calvi. Salita 1 h e 45 circa ( dal rifugio) e discesa fino al rifugio 1 h e 30 minuti.